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Clima e venti prevalenti

  

 

L’isola di San Pietro si trova nella zona sud-occidentale del Mediterraneo ed è influenzata dalle caratteristiche climatiche che investono questa parte del bacino, ma la sua piccola estensione e la vicinanza all’isola di Sardegna influenzano in modo notevole il clima e le vicende meteorologiche conseguenti, con risultati che incidono fortemente sull’habitat e in particolare sulla vegetazione. In generale si può affermare che il clima dell’Isola, pur di tipo mediterraneo, assume caratteristiche tali da poter essere inquadrato nell’ambito di un clima di tipo tropicale sostanzialmente arido.

L’insularità, la vicinanza del mare, i valori medi di latitudine, evidenziano alcuni caratteri meteorologici quali:

  -  notevole ventilazione e, di conseguenza, notevole purezza e luminosità dell’aria;

  -  temperatura media senza grandi variazioni annuali;

  -  cospicuo numero di giornate serene, con abbondante soleggiamento;

  -  moderata umidità relativa dell’aria, che comporta una pressoché totale assenza di nebbie.

 

L’aria risulta all’analisi chimica particolarmente ricca di iodio, di Sali di magnesio, nonché di cloruro di sodio, trasportato in sospensione dalle forti mareggiate. Tra i fenomeni esodinamici più frequenti, il vento assume importanza notevole per la natura e la morfologia dell’isola di San Pietro.

 

I venti predominanti, sia per intensità che per frequenza, intesa come valore percentuale, sono quelli dei quadranti settentrionali, in modo particolare il Maestrale, direzione nord-ovest (NW). Questo vento ha, nell’arco di un anno, una frequenza media del 35%. La sua caratteristica principale, tipica e insidiosa, è che nonostante assuma notevole violenza durante i mesi invernali, spesso con picchi di velocità oltre i 100 Km/h, la sua frequenza è maggiore nei mesi primaverili ed estivi (maggio, giugno e luglio). In questo contesto è opportuno non avventurarsi in modo sprovveduto al largo dell’isola con piccoli natanti nel tratto di mare compreso tra l’Isola Piana e la spiaggia della Caletta, poiché, in condizioni avverse improvvise, non è facile trovare approdi confortevoli.

 

Oltre al maestrale, non meno pericoloso è il vento caldo e ricco di umidità proveniente dal quadrante sud-orientale (SE), lo Scirocco. Anche se meno frequente (una frequenza del 15% come media annuale) non è meno fastidioso del maestrale, nonostante la forza di questo vento si attesti su valori modesti, 60 Km/h, raramente oltre. Particolarmente esposti allo scirocco sono i mesi primaverili ed autunnali, tuttavia non è raro imbattersi in violente sciroccate anche in piena estate.

 

Una particolare menzione va dedicata al vento di Libeccio, direzione sud-ovest (SW), spesso accompagnato da piogge abbondanti, in quanto indice di perturbazione atmosferica, anche violenta, preceduta da scariche elettriche ed altre manifestazioni temporalesche. È pressoché assente nei mesi estivi, ma abbastanza frequente durante l’autunno inoltrato e l’inverno. Le violentissime mareggiate che spesso lo accompagnano sconsigliano anche ai più assidui frequentatori del mare di avventurarsi con le imbarcazioni in mare aperto. È altresì importante ed utile, per chi ha l’imbarcazione all’ormeggio, preoccuparsi di rinforzare quest’ultimo, poiché a seguito di forti libecciate si formano onde di risacca abbastanza pericolose, anche all’interno del bacino portuale.

 

Gli altri venti sono decisamente meno frequenti e di poca importanza. Ci sono anche dei lunghi periodi di calma assoluta, in gergo marinaro bonaccia. Le calme assolute di vento si verificano durante l’anno con un’incidenza media del 25%. È opportuno sapere che il mese con il maggior numero di calme è settembre e in parte ottobre, e che le calme assolute si verificano con alta probabilità nelle ore che precedono l’alba.

Un altro periodo in cui si verificano le bonacce, anche se in misura ridotta, e, contro tutte le aspettativa, gennaio. In questo mese, annualmente, si riscontra un breve periodo – una settimana o poco più – in cui le condizioni atmosferiche sono pressoché estive, associate ad un’alta pressione barometrica, con valori, che, non di rado, saranno i più alti registrati durante l’anno. Questo breve periodo di calma, che generalmente coincide con una sensibile bassa marea, prende il nome nel gergo locale di secche di gennaio.

 

 

 

 

 

Testo e immagini prelevate da "CARLOFORTE e l'isola di San Pietro" di Luigi Pellerano

Tavola statistica estratta da "LA NATURA DELL'ISOLA DI SAN PIETRO - LA FLORA" di L. Pellerano e A. Rivano

 

 

 

 

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