> Gente di Mare > La pesca del corallo

Dietro indicazione di esperti corallari, il prof. Parona fissò alcune località di pesca tra le più battute in quegli anni (fine ‘800), segnandone le denominazioni, la distanza da terra, profondità ed estensione.

Le principali, vicine a Carloforte e relativamente alla Sardegna sud-occidentale, su cui si esercitava la pesca del corallo nei mari di San Pietro sono:

Secche di Mal di Ventre: profondità approssimativa di 115 m.

Secche di Catalano: profondità di circa 130 m.

Secche di Capo Pecora: sono principalmente tre con profondità che variano da 100 a 130 m.

Secche di Cala Domestica: profondità di 100/130 m.

Secche di Pan di Zucchero: sono due, più vicine alla costa delle precedenti ed entrambi si trovano ad una profondità di 100 m.

Secca di La Ribao: a 100 m di profondità.

Seccatelle: sono tre, con profondità variabile di 97, 105, 115 m, più a ovest delle precedenti.

Secche della Borrona: bellissimo scoglio posto a nord-ovest dell'Isola di San Pietro; vi si trovano quattro secche dai 115 ai 130 m.

Secche del Corno e di Capo Sandalo: hanno una profondità di 130 m.

Secca della Manlecca: si trova a sud delle precedenti a 113 m di profondità.

Secche dello Spalmatore di fuori: sono le più vicine alla costa e hanno profondità variabile dai 105 ai 130 m.

Secche di Capo Sperone: si trovano ad ovest della punta meridionale dell'Isola di Sant'Antioco; sono diverse ed assai ricche di corallo e di recente scoperta.

Secche del Toro: sono molte e considerate le più ricche di corallo di tutta la Sardegna; la profondità varia tra i 100 e gli 130 passi.

Secche di Capo Teulada: la più grande è denominata Grande secca di Capo Teulada e giace a 130 m.

Col limite di Capo Teulada cessa il fondo coralligeno sostituito da fondale fangoso o sabbioso che costituisce la caratteristica dell'ampio golfo di Cagliari; il fondale coralligeno si ritrova presso Capo Carbonara e l'isola dei Cavoli.

Riassunto della pesca del corallo nel solo circondario di Carloforte nella campagna del 1881